Non sono pochi coloro i quali si sono chiesti cosa abbia lasciato alla città di Palermo la dodicesima edizione di Manifesta, biennale itinerante di arte contemporanea che per più di sei mesi ha dato straordinaria visibilità internazionale al capoluogo siciliano.
“Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza” è stato il titolo di una manifestazione che ha offerto al mondo l’immagine di una città, non solo di singolare fascino, ma pronta a fare i conti con il suo punto forte, a tratti anche il più debole: la multiculturalità. La storia del capoluogo siciliano è stata, infatti, costellata dal susseguirsi di dominazioni e il suo presente è caratterizzato dalla presenza di etnie eterogenee.
Ed è proprio nello spirito della valorizzazione di questa continuità che il fotografo palermitano Giorgio Di Fede ha voluto intraprendere un progetto casuale, rapito dall’incanto delle location più note e di quelle riaperte per l’occasione.
“Palermo Manifesta 12, Un insolito Tour” il titolo dei questo suo lavoro che lo ha visto impugnare la sua Leica Q e a girovagare per gli exhibit di Manifesta con due giovani amici, due volti e due caratteri singolari quelli di Federico Lenzitti e Tuya Strano. Vestiti d’epoca in modo impeccabile dal couturier Filippo Calì, giorno dopo giorno, scatto dopo scatto, gli hanno suggerito una narrazione raccontata da 30 fotografie 50 X 70, senza una trama precisa, fatte di atmosfere, sguardi, spensieratezza infantile e timidezza adolescenziale. Le immagini, scattate in digitale su stampa analogica, sono state impresse dallo stesso tipo di obiettivo garantendo congruenza nella qualità artistica e nella poetica del lavoro. Un’esposizione dal valore puramente estetico, dilettoso, che imprime atmosfere e sensazioni con la temporalità che solo la tecnica fotografica riesce a dare: per sempre.
“Il mio progetto fotografico – spiega lo stesso Di Fede – nasce per caso, pensando alla suora Sister Wendy Beckett e a Philippe Daverio, due critici d’arte di fama internazionale che, per un periodo, hanno condotto insieme una trasmissione televisiva per la BBC. Ho voluto creare un tour piuttosto insolito pensando, nella mia fantasia, ai due critici poco più che adolescenti. Andando in giro per Manifesta 12, ho voluto seguire, con discrezione, ogni loro passo con il mio obiettivo per catturare quegli attimi fuggenti tipici dei bambini, come i loro gesti e i loro sguardi di stupore e di curiosità”.
Una vera e propria ispirazione con cui Giorgio Di Fede ha ideato la sua mostra, la cui inaugurazione è prevista alle 18.30 di venerdì 1 marzo a Villa Niscemi con l’obiettivo di far riappropriare ancora una volta i cittadini di quei luoghi che Manifesta ha restituito alla città in una veste nuova, con le sembianze che solo l’arte contemporanea può donare: la Casa del Mutilato, la Chiesa dei SS. Euno e Giuliano, il Convento della Magione, Palazzo Ajutamicristo, il Giardino dei Giusti, l’ Orto Botanico, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, la Casa Lavoro e Preghiera “Padre Messina”, Palazzo Butera, Palazzo Costantino, Palazzo Forcella De Seta, Palazzo Trinacria, Piazza Bologni, Piazza Kalsa e i Quattro Canti.
La mostra si potrà visitare sino al 7 marzo, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Gilda Sciortino