«Nonostante la decisione del governo nazionale, della Regione Sicilia e dell’USR Sicilia di tenere aperte le scuole, molti comuni del territorio siciliano hanno scelto di sospendere la didattica. Dobbiamo evitare gli scontri istituzionali. Serve chiarezza sulle norme e sui limiti dei poteri di ordinanza in materia di misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica per la popolazione scolastica».
A parlare è Maurizio Nobile, Coordinatore del FO.R.A.G.S. Sicilia, Forum Regionale delle Associazioni di Famiglie della Scuola, per il quale “non si può non notare come la prudenza intrapresa in questo caso non sia stata la stessa che poteva spendersi per prevenire l’insorgere di questa incresciosa situazione. Mantenere le scuole chiuse con tutte le altre attività aperte non può che far passare il messaggio alla società tutta che la scuola è un bene sacrificabile, prima del resto. Eppure la scuola e il mondo della cultura sono proprio i protagonisti del cambiamento positivo che occorre alla società tutta in questo particolare momento storico”.
Il Fo.R.A.G.S. Sicilia, quindi, esprime tutta la sua contrarietà alla sospensione generalizzata delle lezioni, ritenendo che queste modalità colpiscano inevitabilmente le fasce più fragili e delicate della popolazione scolastica (disabilità, povertà, famiglie monogenitoriali, periferie, eccetera), probabilmente incidendo poco o nulla sul tema del contenimento dei contagi.
«È inoltre nostra espressa volontà – prosegue Nobile – che i giorni di sospensione didattica siano recuperati al termine dell’anno scolastico e che già da ora, nonostante i due anni di ritardo trascorsi, si individuino dei posti alternativi (luoghi all’aperto, palasport e altri luoghi simili) nei quali, nel mentre che continui questo momento di riflessione istituzionale, gli studenti siciliani possano frequentare la scuola e non vedersi più sottratto tempo prezioso di questo cammino unico per il loro futuro. Sospensione della didattica e DAD non sono più una risposta. Rendere, inoltre, adeguate strutturalmente le scuole alle emergenze che la pandemia impone e che con molta probabilità non saranno di breve durata, visto che siamo ormai in questa situazione da due anni; ridurre in modo significativo il numero degli alunni per classe in tutti gli ordini di scuola, in special modo alle scuole secondarie di II grado e adeguare conseguentemente l’organico docente e non docente stabile; flessibilità del calendario scolastico anche in considerazione delle specificità dei territori».